I consumi di yogurt sono complessivamente
vitali, specie per quanto riguarda i valori di questo mercato.
Peraltro, l'incremento maggiore dei valori del business rispetto
ai volumi testimonia un significativo mutamento dei consumi,
a favore dei segmenti a maggior valore aggiunto.
Il mercato presenta un buon livello di concentrazione, con
le prime 3 aziende che coprono nel canale iper+super+superette
ben oltre il 60%, ma esiste un elevato numero di competitor
che spesso - grazie anche ai vantaggi logistici connessi alla
distribuzione di un prodotto dalla limitata shelf life - riescono
a conseguire notevoli quote dei consumi in ambiti locali.
Si pensi, ad esempio, agli yogurt prodotti dalle centrali
del latte, che nelle proprie aree di riferimento hanno caratteristiche
di vere e proprie marche nazionali.
Se al nuovo segmento dei probiotici nicchia si aggiunge quella
degli yogurt biologici - sui quali in Italia ha storicamente
investito Fattorie Scaldasole - si individua appieno il quadro
di categoria composta da questi prodotti e da quelli più
tradizionali - bianchi interi e magri, alla frutta e agli
altri gusti - in un'offerta complessiva capace di coprire
praticamente tutti i target di consumatori, ivi compresi i
bambini, cui da tempo si rivolge Nestlé con Mio. E'
il punto di arrivo di una categoria merceologica partita come
terreno di elezione di consumi fortemente salutistici, e che
ha via via assunto molti altri connotati (ad esempio quello
di nutrimento sano e dietetico con le versioni light) i quali
hanno finito per estenderne i consumi in molte occasioni quotidiane:
prima colazione, snack, minipasto nella versione accoppiata
a cereali o biscottini, dessert di fine pasto.
Più in dettaglio, secondo un'analisi di Consulmarketing-Largo
Consumo la colazione rappresenta l'occasione di consumo più
importante per lo yogurt, con il 39,8%, seguita dalla merenda
(21,6%), dal fuori pasto (19,9%), dal pranzo (11,5%), dalla
cena (4,1%) e da altre occasioni (3,1%).
Per quanto concerne la suddivisione del consumo per fasce
d'età, la stessa fonte indica nel 43,5% i consumatori
fra i 20 e i 40 anni, seguiti dalla fascia 40-60 (27,7%),
dai consumatori sotto i 20 anni (18,5%) e dagli ultrasessantenni
(10,3%).
Il suo complessivo successo è paradigmatico della
possibilità di far sviluppare consumi alimentari a
partire da prodotti di super nicchia - quale lo yogurt era
un ventennio addietro - trasformandone fortemente le caratteristiche
in termini di gusto ma preservandone qualità universalmente
apprezzate: naturalità, freschezza, apporti nutrizionali
unici.
Fra i segmenti, in buona evidenza gli yogurt magri, che guadagnano
terreno sul segmento più importante degli yogurt interi.
Ottimo momento per i salutistici, che stanno mettendo a segno
crescite rilevanti per una tipologia di prodotti che si avvia
nel canale iper+super+superette a coprire la quota del 10%
sul totale vendite. In deciso calo gli yogurt per bambini
e in flessione significativa ma più contenuta i bi-compartimento.
Gli ultimi dati aggiornati nell'Italy Report Food 2010
...Le quote di mercato in valore e in volume...I canali distributivi
che crescono...Lo sviluppo dei consumi nelle aree geografiche...Il
peso e l'evoluzione dei segmenti...
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