I
consumi di vini sono in aumento, nel canale del dettaglio
alimentare, sia in volume che, in misura più rilevante, in
valore. E' un dato che già nel 1999 ha cambiato un clima che
per molti anni è stato - come in quasi tutti i comparti dell'universo
alcolico - contrassegnato dalla flessione delle vendite.
A sostenere la ripresa dei consumi, diversi fattori. In primo
luogo l'attenuazione di atteggiamenti che colpevolizzano fortemente
il consumo alcolico. La coscienza dei benefici o quantomeno
della piena accettabilità di un consumo moderato sta favorendo
l'antica bevanda e comincia a recuperarne il ruolo nell'ambito
dei complessivi consumi alimentari.
I quali, specie in un campo in cui le quantità assunte sono
contenute, si orientano sensibilmente verso l'area della qualità.
Che spiega il rilevante incremento in valore, carburato dalla
diffusa tendenza a bere moderatamente vini di buona qualità,
segnatamente Doc e Docg: scendono nelle preferenze i grandi
formati di vino da tavola, crescono le bordolesi di vini dal
prezzo al litro medio-alto.
Vi è poi, coerentemente con la riscoperta della qualità, il
crescente apprezzamento di una bevanda che con sé porta, oltre
la ricchezza del gusto, i valori di una tradizione culturale
e gastronomica i quali stanno in generale dando nuova linfa
ai consumi di alimenti che nel segno della genuinità e della
tipicità riaffermano il grande piacere del cibo.
Il tutto, va rilevato, in un quadro in cui la cultura media
sul vino è ancora bassa specialmente nelle generazioni giovani,
e in cui molto resta da fare perché la grande varietà dei
vini nazionali ed esteri venga solo in piccola parte conosciuta
e riconosciuta davanti agli scaffali dei supermercati.
Ciononostante, si evidenzia il fenomeno di crescita dei vini
di produzione estera - cileni, americani, sud africani, solo
per citare alcune provenienze - che alla qualità accoppiano
un posizionamento di prezzo conveniente in rapporto d essa.
Non giova, da questo punto di vista, la realtà produttiva
enologica, molto frammentata e quindi meno capace rispetto
ad altri settori di effettuare quegli investimenti di marketing
necessari per sostenere i consumi di massa. Che in parte trovano
proprio nella grande ricchezza del carattere di questa bevanda
un ostacolo per la semplificazione dei consumi, che è un po'
il rompicapo di ogni produttore di vino stretto fra il desiderio
di incrementare i volumi valorizzando nel contempo le caratteristiche
specifiche della propria produzione sul mercato. Oggi, compresi
gli imbottigliatori, operano nel business del vino circa 35.000
imprese e i prodotti presenti sul mercato sono molte decine
di migliaia.
Una mano considerevole può darla in questo senso certamente
la distribuzione moderna, in cui si comincia a notare il tentativo
di aiutare i consumatori nella scelta attraverso l'allestimento
di gamme assortite per regione o grandi tipologie di vini,
attraverso la predisposizione di materiale informativo sullo
scaffale e anche con iniziative promozionali a tema.
Gli ultimi dati aggiornati nell'Italy Report Food 2010
....I canali distributivi che crescono...Il
peso e l'evoluzione dei segmenti...L'incidenza dei diversi
packaging...
cliccate qui per avere maggiori
informazioni e per i dati aggiornati  |