Il consumo di surgelati è stato vitale
anche nel corso del 2001. E questo grazie all'innovazione di
prodotto e tecnologica, alla rassicurante immagine di sanità
alimentare, che stanno dando nuova linfa a un comparto che è
in realtà un insieme eterogeneo di differenti mercati
accomunati dalla tecnica di conservazione e dalle modalità
di distribuzione.
La crescita registrata nel corso del 2001 va attribuita non
solo al rilevante risultato del segmento dei piatti pronti
surgelati, sebbene esso sia stato assai inferiore a quello
segnato nel corso del 2000, ma anche e soprattutto al buon
risultato dei vegetali surgelati - che in termini di volumi
sono assai più importanti - oltreché a una discreta
crescita degli ittici.
Da un punto di vista complessivo, il mercato dei surgelati
mantiene un ruolo importante nell'ambito degli acquisti alimentari
degli italiani; un ruolo rispetto al quale la gdo, grazie
alla capacità di assortimento delle gamme industriali,
svolge una funzione di sostegno dei consumi proseguendo nel
contempo un'opera di penetrazione della marca commerciale
che oggi occupa in diversi segmenti posizioni rilevanti.
Ma il connotato più importante in questa fase di evoluzione
dei consumi appare quello dell'innalzamento del livello qualitativo
dei surgelati. Una trasformazione - coincidente in gran parte
con le tecniche IQF (individually quick frozen) - che ha nel
segmento dei piatti pronti provocato una vera svolta rispetto
al recente passato.
Queste tecniche, che permettono di surgelare singolarmente
i componenti del prodotto, hanno consentito di far sviluppare
fortemente il segmento dei piatti pronti grazie a una qualità
assai più vicina alle preparazioni gastronomiche domestiche
di quanto non fosse mai stato prima. Le modalità di
rinvenimento in padella (il cosiddetto stir fry) ha fornito
ai consumatori, oltreché alimenti di buona qualità
ingredientistica ed organolettica, anche la sensazione di
partecipare alla realizzazione della pietanza e la possibilità
di aggiungere un tocco personale (con aromi o altri ingredienti
a piacere) che hanno di fatto avvicinato il consumo di surgelati
al rito della cucina personale.
Non è da sottovalutare la circostanza che i piatti
pronti surgelati si stiano affermando in un Paese dalle grandissime
tradizioni gastronomiche, associate intimamente con l'amore
per il buon cibo, che è un tratto caratteristico trasversale
alla popolazione nazionale. Come non è un caso che
proprio dalle radici della gastronomia nazionale abbiano attinto
i maggiori competitor - Sagit-Findus e Nestlé-Buitoni
in testa - per far sviluppare questo segmento. Da prodotto
storicamente "emergenziale", il surgelato diventa
in quest'area un'alternativa al pasto preparato personalmente,
coniugando qualità, contenuto di servizio (bastano
pochi minuti e il prodotto è dosabile), tradizione
alimentare e immagine di marca, poiché in questo segmento
la parte preponderante è nelle mani dei leader industriali.
Nel cui novero sta entrando significativamente Barilla attraverso
la società Gelit, a testimonianza dell'importanza oramai
raggiunta dai piatti pronti surgelati nell'ambito complessivo
dei primi piatti.
Un elemento di debolezza di questo mercato in fermento è
costituito dal prezzo, abbastanza elevato ma soggetto - via
via che il mercato cresce e il tasso competitivo con esso
- al ritocco nell'ambito di iniziative promozionali (quantomeno
in termini di prezzo al chilo) che hanno assunto una certa
intensità.
Un altro aspetto di notevole interesse per chi opera sul
fronte industriale è la crescente attenzione del catering
e della ristorazione verso i piatti pronti surgelati, che
stanno iniziando anche ad essere esportati nei Paesi esteri
da parte di catene di ristorazione. Gli analisti attendono
nel prossimo futuro i migliori tassi di crescita dei piatti
pronti surgelati proprio nel settore della ristorazione e
del catering.
Non va scordato, ad ogni buon conto, che pesce e soprattutto
vegetali sono le categorie di gran lunga più importanti
nel mercato dei surgelati: coprono congiuntamente in volume
tre quarti del totale. I primi rappresentano in un certo senso
lo zoccolo duro dei consumi, e nel 2001 hanno mostrato buoni
risultati soprattutto per quanto concerne i sottosegmenti
dei minestroni e delle zuppe.
Anche le pizze surgelate hanno attraversato nel 2001 un buon
momento sotto il profilo delle vendite, specialmente nei volumi,
ma i primi mesi del 2002 segnano una flessione significativa
delle quantità vendute rispetto ai primi mesi del 2001
a fronte di una più contenuta diminuzione dei valori,
e si attende l'anno in corso per sentenziare una eventuale
inversione della tendenza allo sviluppo di questi consumi.
Si tratta di un segmento di mercato soggetto ad una fortissima
battaglia di prezzo, che ha causato nel recente passato un
calo medio della qualità dei prodotti industriali,
negativa per le prospettive di questo consumo. I risultati
di vendita del 2001, hanno invece confermato la ripresa del
valore del business già manifestatasi nel 2000, segno
di una vitalità del segmento il cui futuro non potrà
prescindere dal fattore qualità e da come industria
e distribuzione sapranno veicolarla in prodotti ed assortimenti.
Va tenuto in debito conto, a questo proposito, da un lato
che la pizza surgelata soffre in punto vendita della concorrenza
delle pizze fresche vendute nei banchi gastronomia, dall'altro
che la povertà della versione surgelata costituirebbe
un vero un cappio contro lo sviluppo di questi consumi.
Gli ultimi dati aggiornati nell'Italy Report Food 2010
Le quote di mercato in valore e in volume
nei singoli segmenti...I segmenti e i sottosegmenti che crescono
e quelli che calano
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