I consumi di succhi di frutta sono in netta
ascesa. A determinarla, sono soprattutto i succhi e le bevande
di nuova generazione, arricchiti con vitamine, fibre o altri
ingredienti. Sotto questo profilo, il comparto sta attraversando
una trasformazione complessiva che - sotto il segno di una generale
tendenza nel beverage allo spostamento dalle bevande gassate
a quelle piatte - si realizza puntando sulla naturalità,
sul gusto e su specifici apporti nutrizionali.
Una trasformazione che interessa la formulazione dei prodotti
al punto da spingere già diversi operatori ad abbandonare
la tradizionale distinzione fra succhi 100%, nettari e altre
bevande (del resto non coincidente con la distinzione fatta
comunemente dai consumatori), per adottare una distinzione
fra succhi densi - appartenenti all'area dell'alimentazione
- e succhi liquidi - più in linea con le caratteristiche
complessive dell'universo beverage-. E in questa fase non
c'è dubbio che l'accento sul 100% di frutta che connotava
alcuni anni addietro il comparto, ha lasciato il posto a formulazioni
di bevande più leggere, con minor contenuto di frutta,
particolarmente gradevoli, in grado di aumentare le occasioni
di consumo ben oltre la colazione mattutina, che resta ad
esempio prevalente nel succo di arancia 100%.
Sta di fatto che, indipendentemente dalle ripartizioni seguite
dagli analisti, la comparsa e la crescita sul mercato di prodotti
elaborati rispetto al tradizionale succo di frutta 100% ha
esteso i confini della categoria (oggi caratterizzata da una
penetrazione in famiglia dell'80%), in un processo tipico
di evoluzione del mercato mass market in cui le categorie
merceologiche concorrono fra di loro orizzontalmente attraverso
"contaminazioni" fra le caratteristiche di ciascuna
di esse.
Così, il lancio di un prodotto come Santal Plus di
Parmalat - bevanda a base di frutta con il 10% di latte, arricchita
di fibre e vitamine - ha rappresentato ad esempio un caso
paradigmatico delle modalità in cui oggi - attraverso
l'innovazione di prodotto - caratteristiche di una bevanda
come il latte "traslocano" in un prodotto a metà
strada fra bevanda dissetante e alimento salutistico. E' solo
un esempio, questo, di un attivismo sul fronte industriale
che anche nel settore dei succhi di frutta connota la lotta
per guadagnare quote di quel grande "mercato unico"
del beverage analcolico.
Il quale si declina - nel comparto dei succhi di frutta
come in quello contiguo dei soft drinks - in una vasta e crescente
gamma di gusti e combinazioni di gusti, quale mai si era fino
ad oggi manifestata. Sotto questo profilo, è importante
per i risultati complessivi della categoria il dato di una
grande distribuzione organizzata che da sola (discount esclusi)
copre i tre quarti del commercializzato, dando spazio sui
propri scaffali alle nuove referenze e sostenendo di fatto
un comparto con gamme in continuo ampliamento ed approfondimento.
Il mercato dei succhi di frutta e delle bevande a base di
frutta presenta un buon grado di concentrazione, ma dietro
alle aziende più importanti le marche commerciali si
ritagliano una consistente quota dei consumi, di circa il
25% in volume.
Gli ultimi dati aggiornati nell'Italy Report Food 2010
Le quote di mercato in valore e in volume...I
canali distributivi che crescono...Il peso e l'evoluzione
dei segmenti...
cliccate qui per avere maggiori
informazioni e per i dati aggiornati 
|