Il mercato degli oli di semi è in calo.
Gli unici due oli a manifestare crescite in volume sono l'olio
per friggere (sottosegmento dei semi vari) e l'olio di semi
di arachidi. Significativa, in particolare, la pesante flessione
in volume del consumo di olio di mais, che evidentemente cede
ai prodotti concorrenti parte di quell'immagine salutistica
che ne hanno fatto uno dei segmenti più importanti.
Tempi buoni, al contrario, per l'olio da frittura, in forte crescita soprattutto in volume. Un segmento che beneficia dei forti investimenti pubblicitari del leader suo creatore Van Den Bergh-Friol e che vince grazie al plus specifico di cui oggi gode.
La discreta concentrazione dell'offerta caratterizza - seppure coinvolge un maggior numero di competitor - anche il segmento dell'olio di mais, in cui le prime 4 aziende - Chiari&Forti, Van Den Bergh, Carapelli e Star - coprono in volume circa il 58% delle vendite totali. Qui il peso delle private label è ancora più importante, e oltrepassa in volume il 26%.
Da rilevare, sotto il profilo dell'evoluzione dello scenario
competitivo, l'acquisizione, da parte di Malgara Chiari&Forti,
dei due marchi Oio - leader negli oli di arachidi - e Gico
- co-leader negli oli di soia - che appartenevano a Van Den
Bergh.
Gli ultimi dati aggiornati
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