I consumi di merendine refrigerate, dopo aver subìto nel 1999 un sensibile calo, sono cresciuti considerevolmente nei canali della gdo nel corso del 2000, recuperando le quote di vendite in precedenza perdute.Questi prodotti si trovano in un mercato affollato e assai competitivo come quello degli snack e delle merendine, dove salato e dolce, refrigerato e non, si confrontano in uno scenario in cui le sorti delle merendine refrigerate sono in gran parte nelle mani del leader Ferrero.
Ai suoi investimenti pubblicitari e alle attività di innovazione di prodotto si lega l'andamento di un mercato dalle dimensioni non elevate. Molto più piccole, ad esempio, di quello che caratterizza lo scenario tedesco, dov'è assente la forte concorrenza delle merendine tradizionali che oggi connota il contesto italiano.
Il mercato delle merendine refrigerate presenta quindi i connotati di una fragilità che da un lato deriva dalla dipendenza dall'attività di un solo competitor, dall'altro è il risultato di una caratterizzazione merceologica che sotto il profilo del servizio ne sfavorisce il ruolo di alimento rispetto a snack e merendine, trasportabili a temperatura ambiente senza problemi di conservazione.
Il mercato mantiene ad ogni buon conto una penetrazione nelle famiglie superiore al 27% grazie al valore che i consumatori attribuiscono alla freschezza, in comparto dove oltretutto le responsabili di acquisto prevalenti sono le mamme in funzione di selezionatori degli alimenti per i propri figli.
La connotazione complessiva del mercato delle merendine refrigerate è paradigmatica della trasversalità crescente, in campo alimentare, della competizione fra prodotti, sempre meno classificabili nelle vecchie categorie merceologiche, sempre più identificabili come mezzi per rispondere a bisogni dei consumatori che in occasioni diverse, in concorrenza con alimenti anche molto differenti. Sotto questo profilo, l'entrata nel frigorifero delle merendine - con il limite connesso a questa denominazione - ha rafforzato la funzione di integratore del consumo di latte ed è entrato in competizione con il consumo del gelato in funzione di snack (nella versione Pinguì).
Nell'ambito della incidenza dei canali distributivi, ipermercati
e supermercati coprono in volume circa il 60% delle vendite
totali. In continuo calo, l'incidenza dei negozi tradizionali
e dei discount.
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