I consumi di latte Uht sono in crescita, specialmente sotto il profilo dei valori del business. L'Italia è caratterizzata da un consumo procapite di 60 litri annui, inferiore alla media europea. A trainare lo sviluppo, nonostante, la diffusa abitudine di fare la prima colazione solo con un caffè, la diffusione dei latti arricchiti.
Lo sviluppo dei latti arricchiti è in linea con l'onda complessiva che sta attraversando il comparto alimentare, e che aumenta l'importanza di quei prodotti che apportano benefici specifici all'organismo senza compromessi con il gusto. Sotto questo profilo, l'aggiunta di vitamine o la presenza di altre sostanze benefiche (nel caso ad esempio di Omega 3 di Parmalat) prefigura nel comparto del latte ciò che sta accadendo in altri mercati alimentari, come i cereali per la prima colazione, i succhi di frutta, le caramelle. Non a caso, i primi due rientrano nello scenario dei prodotti consumati in gran parte nella prima colazione, di cui più di ogni altro pasto si sottolinea in questi anni la rilevanza nell'ambito della corretta dieta quotidiana.
Va segnalato, in questo quadro, che la sottosegmentazione dei latti speciali ha raggiunto in tempi recenti un notevole dettaglio , indirizzandosi verso target peculiari come le donne in gravidanza, gli sportivi, persone con specifici problemi fisiologici. Una sottosegmentazione che man mano che cresce rischia però di creare piccole nicchie di mercato, con i limiti in termini di business che questo comporta. E' sempre presente quindi l'esigenza dei grandi competitor, che sui grandi volumi operano, di equilibrare la necessità di segmentare i prodotti, e quindi di differenziarli, con quella di mantenere la rotta verso la commercializzazione di latti idonei per un consumo di massa, con benefici di carattere anche specifico ma rispondenti a bisogni nutrizionali largamente diffusi.
Il maggiore concorrente dei consumi di latte Uht è il latte fresco, al quale lo accomunano similarità tanto forti quanto lo sono le distanze fra i due comparti appartenenti l'uno al novero dei prodotti a lunga conservazione e l'altro quello dei deperibili. Distanze sia in termini di competizione orizzontale fra le industrie, in uno scenario assai più frammentato nel comparto del fresco, sia per quanto concerne i fattori logistici, che quella frammentazione favoriscono agevolando l'azione di piccole e medie imprese a carattere locale, anche se il latte fresco non è estraneo alle tendenze alla concentrazione produttiva che interessa tutto il settore agroalimentare.
Rispetto al latte fresco, il latte Uht vanta la stoccabilità e un minore prezzo al litro, mentre è in posizione di inferiorità relativamente agli apporti nutritivi e a tutte quelle caratteristiche, anche di immagine, che fanno la forza del "latte appena munto".
Il mercato del latte Uht presenta un grado di concentrazione
industriale relativamente limitato, con Parmalat in posizione
di leadership storica. Marche minori e private label, che
hanno raggiunto nel canale iper+super+superette una rilevante
quota in volume di oltre il 17%, coprono in questo canale
poco meno del 60% delle vendite totali in volume.
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