Il consumo di latte fresco sta attraversando una fase vitale. Mentre negli ultimi anni ha ceduto quote di consumo a favore del latte Uht, oggi si assiste ad una leggera inversione di tendenza.
Nel canale iper+super+superette il latte fresco cresce a tassi superiori rispetto a quelli registrati dal latte Uht. Sta favorendo questa tendenza, particolarmente per quanto concerne l'innalzamento dei valori del business, la segmentazione dell'offerta, che ha raggiunto risultati molto significativi soprattutto sul fronte della diffusione del latte di alta qualità.
Si tratta di un fenomeno - che si manifesta anche attraverso lo sviluppo dei latti biologici, arricchiti, ad alta digeribilità, funzionali - la cui potenza è diretta espressione di un profondo mutamento oggi in atto sul versante della competizione industriale. Il fronte produttivo è infatti attraversato da un rapido riassetto verso la concentrazione dell'offerta. Che vede come maggiori protagonisti Parmalat (cui già sono state cedute le attività nel latte di Cirio e di altri competitor minori) e Granarolo (che dopo l'acquisto della Centrale del latte di Milano prosegue l'attività di acquisizione di aziende locali). E che vede anche la Centrale del latte di Torino muoversi in questo senso con l'obiettivo di porsi quale terzo polo nel panorama del mercato del latte italiano.
Il cammino verso la concentrazione favorisce l'efficacia delle azioni di marketing a sostegno delle nuove produzioni, aprendo un orizzonte previsionale positivo sul futuro di questo mercato, particolarmente sul versante dei valori. Oggi il livello di concentrazione dell'offerta è già diventato notevole nel canale iper+super+superette. I primi 5 gruppi coprono a valore una quota attorno al 70%. Si tenga conto, comunque, che i negozi tradizionali e i discount incidono in volume sul totale commercializzato per un rilevante 30%.
Il consumo di latte fresco è caratterizzato in Italia da una buona frequenza, ma da una scarsa quantità per atto di consumo. Il risultato è che le quantità procapite annue sono di 56,7 litri, contro una media quasi doppia rispetto a Paesi come Spagna, Gran Bretagna, Austria. Va peraltro osservato, oltre le differenze esistenti nelle abitudini alimentari degli europei, che il latte incontra al di fuori del momento della prima colazione (che rappresenta la principale occasione di consumo per oltre il 90% dei consumatori) una concorrenza fortissima da parte di categorie merceologiche lattiero-casearie (yogurt) o esterne a quest'area (snack/merendine).
Una spinta all'incremento del consumo di latte fresco potrà
derivare dall'aumento del servizio di spesa a domicilio, oggi
in fase nascente per quanto concerne l'effettuazione degli
ordini attraverso Internet. Questo potrà favorire il
latte fresco nei confronti della versione Uht, attenuando
lo svantaggio che il primo nutre in ordine alla limitata stoccabilità.
Sull'allungamento della quale gioca il recente lancio di Frescoblu
Parmalat, un latte pastorizzato ed omogeneizzato - oggetto
di un'aspra controversia legale promossa dal concorrente Granarolo
- che ha una shelf life 2 volte e mezzo più lunga di
un normale latte fresco e sul quale gli importanti investimenti
di marketing testimoniano l'interesse del leader del latte
UHT per il comparto del latte fresco, giocando sul contenuto
di servizio e sulla riduzione dei costi logistici.
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