I
consumi di acqua minerale sono cresciuti in quantità,
nella seconda metà degli anni '90, mediamente del 3%
l'anno. Oggi gli italiani sono i più grossi consumatori
di acqua minerale in termini di consumo procapite: 172 litri.
E nella crescita dei consumi sta pesando in misura maggiore
che in passato la parte meridionale del Paese, con consumi
procapite meno forti rispetto alle altre zone ma in crescita
a ritmi più elevati.
Le previsioni degli operatori si orientano generalmente verso
ulteriori incrementi delle quantità consumate, trainati
dagli stessi fattori che li hanno fino ad oggi determinati:
inquinamento falde acquifere limita la possibilità
di disporre acqua corrente buona qualità organolettica;
intense attività marketing da parte dei maggiori gruppi
industriali, che hanno destinato negli ultimi anni risorse
crescenti verso un business vitale; stili vita alimentari
che privilegiano consumi salutistico-naturali, di cui quelli
minerale fanno integrante; la disponibilità acque minerali
basso prezzo, che favorisce l'incremento della penetrazione
del prodotto in famiglia, giunta intorno al 96%. Ma ciò
che sta crescendo è soprattutto il valore complessivo
business, favorito dall'opera segmentazione prodotti.
La sua crescente sofisticazione, in un processo guidato dagli
investimenti pubblicitari dei gruppi industriali più
importanti, è del resto ben accetto alla distribuzione
moderna, che punta a costruire assortimenti allargati prodotti
grado di far recuperare almeno parte i margini prossimi allo
zero sulle referenze primo prezzo.
Da alcuni anni il segmento delle acque piatte sta erodendo
quote dei consumi a quello gassate, contrastato in questo
parzialmente dai discreti risultati appannaggio delle lievemente
gassate ed effervescenti naturali. Queste basano la loro forza
sulla capacità di sposare le esigenze salutistiche
- che stanno facendo la loro fortuna - con quelle più
"voluttuarie" legate al gusto.
Il mercato delle acque minerali è caratterizzato da
una bassa fedeltà dei consumatori alla marca, abbandonata
sovente per usufruire promozioni, capaci di spostare corpose
quantità vendite brand all'altra: circa il 19% delle
vendite di acqua minerale deriva iniziative promozionali.
In media ogni famiglia italiana ha casa 2,7 marche diverse
acqua minerale.
In questo comparto operano grandi gruppi industriali, che
concentrano nelle loro mani rilevanti quote di mercato e investimenti
pubblicitari: i primi quattro coprono insieme oltre il 70%
delle vendite valore nel canale iper+super+superette
Il pet rappresenta il materiale più utilizzato dalla stragrande
maggioranza delle aziende (circa l'80% del totale mercato
dettaglio alimentare+ristorazione e quasi il 99% dei volumi
nel canale iper+super+superette), mentre il vetro - pesantemente
svantaggiato sia in termini di costi che di oneri gestionali
legati alla pratica del vuoto a rendere - è tuttora impiegato
nel canale delle consegne a domicilio ma continua a calare.
Un recente fenomeno è il lancio delle acque da tavola,
acque non minerali, sottoposte a operazioni di microfiltraggio
e purificazione. Già alcuni gruppi della distribuzione
(fra di essi Finiper e Auchan) hanno lanciato acque da tavola
a marchio proprio posizionandole nell'area della convenienza.
Seguite in questa azione nientemeno che da un competitor industriale
non appartenente al mondo delle acque minerali come Parmalat,
che con la sua Aqua si posiziona però su fasce di prezzo
più elevate, puntando a crearsi una nicchia differenziata
fuori dalle battaglie di prezzo.
Gli ultimi dati aggiornati nell'Italy Report Food 2010
..Le quote di mercato in valore e
in volume......I canali distributivi che crescono... ...Il
peso e l'evoluzione dei singoli segmenti... ...La distribuzione
geografica dei consumi per singoli segmenti... ...L'incidenza
dei diversi packaging...
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